C’è un pilota italiano sul gradino più basso del podio della Baja 1000, la gara off road al limite tra motociclismo rally, di scena tra il 14 e il 17 novembre nel deserto del Messico. Si chiama Nicola Dutto e ha 43 anni. Niente di strano? Beh, qualcosa c’è. Il motociclista cuneese è paraplegico, ha perso l’uso degli arti inferiori nel corso di un terribile incidente di gara. Per andare alle radici della sua storia, bisogna fare un passo indietro di tre anni.

È il 20 marzo del 2010, siamo a Pordenone. Nel corso della prima gara del campionato Baja 2010, Nicola Dutto cade in pista, sbattendo violentemente la testa contro una pietra, a 150 chilometri orari. Servono quattro trasfusioni di sangue per salvarlo e nove mesi di ospedale per la riabilitazione. Nicola sopravvive, ma resta paralizzato dal busto in giù

, per la lesione della settima vertebra dorsale. Un trauma che non gli impedisce di continuare a tener viva la sua passione.

 

“Nel gennaio 2012 – ha detto in una recente intervista -, a un anno dalla dimissione dall'ospedale, ho infilato di nuovo il casco. È stato come togliere le rotelle alla bici, da bambino: un misto di preoccupazione e agitazione. Tutto è svanito in 100 metri. Una volta prese le misure con il nuovo baricentro non ho avuto problemi e, in un attimo, ho riassaporato quelle sensazioni che mi avevano fatto innamorare delle due ruote”.

Nicola, semplicemente, non si è mai arreso. E, dopo circa un anno di duro lavoro, è riuscito a raccogliere i primi frutti di questa determinazione. Dopo il rientro in pista nell’estate 2012, a giugno di quest’anno è stato il primo pilota paraplegico a terminare la Baja 500, sempre in Messico, per poi trovare il podio alla Baja 1000. “Ho capito che ci sono. Ci sono eccome”, ha detto appena sceso dalla moto. A volte bastano solo coraggio,passione e un pizzico di follia ogni ostacolo può essere superato.

Share This