L'osteoporosi colpisce in Italia 3,5 milioni di donne, 1 milione di uomini e il numero è destinato a crescere. Negli ultimi 20 anni la disabilità dovuta alle patologie muscolo-scheletriche è aumentata del 45% e, fra queste, l'osteoporosi severa, è tra le cause più invalidanti e in grado di pregiudicare la qualità della vita: è responsabile di 280mila fratture l'anno il 70% delle quali di femore (8 volte su 10 riguardano le donne).
L'impatto sociale è enorme: il 40% dei pazienti a distanza di un anno dall'evento non è in grado di camminare autonomamente e il 60% ha difficoltà a compiere anche piccole azioni quotidiane. La malattia comporta inoltre grandi costi per le comunità e per il Sistema Sanitario Nazionale. In Europa la previsione di incremento della spesa è di circa il 25% entro il 2025.
Questi sono i dati al centro del dibattito al 'Wco-Iof-Esceo 2015', il Congresso mondiale su osteoporosi, osteoartrite e disturbi delle ossa e dei muscoli, organizzato da Iof (International osteoporosis foundation), European Society for Clinical and Economic Aspects of Osteoporosis and Osteoarthritis-Esceo, in corso a Milano fino a domenica 29 marzo.
“L'incidenza dell'osteoporosi è in aumento – ricorda Giancarlo Isaia, presidente Siommms (Società italiana osteoporosi, del metabolismo minerale e delle malattie dello scheletro) – facendo emergere l'allarme per una grave pandemia silenziosa che va trattata come una patologia di priorità sanitaria e sociale.
Sono due gli approcci fondamentali per far fronte al problema: l'appropriatezza e l'aderenza terapeutica per ridurre l'incidenza del rischio di fratture e di invalidità e una costante sensibilizzazione e informazione per il pubblico sulla prevenzione, sui rischi e sulla terapia”.