Nel nostro organismo c'è una barriera vascolare che impedisce ai batteri dell'intestino di trasferirsi, attraverso il sangue, nel fegato e invadere il resto del corpo. È quanto scoperto da un gruppo di ricercatori italiani dell'Istituto Europeo di Oncologia (Ieo) e dell'Università Statale di Milano, guidati da Maria Rescigno, con il finanziamento della Comunità Europea e l’Associazione Italiana per la Ricerca contro il Cancro (AIRC).

La scoperta, pubblicata sulla rivista Science, apre nuovi orizzonti per la cura di celiachia, diabete di tipo 2 e malattie con danno epatico. A questo risultato i ricercatori sono arrivati studiando l’origine delle malattie del tratto gastro-intestinale.

“Negli individui sani – spiega Maria Rescigno – i batteri intestinali (che formano il microbiota) difficilmente accedono al fegato, alla milza o altri organi periferici. Alcuni batteri nocivi invece riescono a raggiungere il fegato e attivare una risposta del sistema immunitario, provocando un’infezione”. Fino a questo momento si pensava che l’epitelio dell’intestino, ovvero la parte più esterna della parete intestinale, fosse l’unica protezione contro questa sorta di migrazione di batteri.

“Noi abbiamo dimostrato l’esistenza di un’ulteriore barriera vascolare intestinale (gut vascular barrier-gvb) che funziona da schermo contro i batteri quando superano l’epitelio, impedisce l’accesso del microbiota al fegato e controlla il trasferimento di proteine e nutrienti nel sangue”.

Ma la Gvb non è infallibile: i batteri aggressivi, come la salmonella, possono eluderla, dato che hanno sviluppato dei sistemi per infrangerla e diffondersi nell’organismo attraverso il sistema circolatorio. I ricercatori hanno poi scoperto che nei soggetti celiaci questa barriera è modificata, giungendo così alla conclusione che la sua inattività può causare danni al fegato. “L’impatto clinico della nostra scoperta – conclude Rescigno – può avere immediate ricadute per le malattie con danno epatico. Stiamo inoltre valutando la funzione della barriera nella formazione delle metastasi epatiche del tumore all’intestino”. 

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