Il 47% degli uomini ignora i sintomi del tumore alla prostata in stadio avanzato e ben 3 su 5 (59%) non collegano il dolore alla malattia. È quanto emerge dallo studio internazionale International prostate cancer syntom survey condotto in 10 paesi fra cui l'italia su un campione di oltre 1200 persone. I risultati della vasta indagine sono stati presentati nei giorni scorsi al Congresso europeo sul cancro di Vienna (European cancer congress).

 

Sebbene inizialmente questo tipo di tumore possa essere asintomatico e passare quindi inosservato, nella fase avanzata della malattia si manifestano puntuali dolore acuto, difficoltà nel camminare o salire le scale, perdita di controllo della vescica. Il tumore alla prostata è la seconda forma più comune di cancro fra gli uomini e la quinta causa di morte correlata ai tumori nei maschi. In Italia sono attesi circa 35mila nuovi casi nel 2015. Eppure “il sesso forte” è restio a parlare del problema con un medico: il 57% pensa che con il dolore quotidiano sia necessario convivere, il 34% rivela invece che parlare dei sintomi lo fa apparire più debole.

In Europa e nell'area Asia-Pacifico, 1 uomo su 3 non si sente a proprio agio nel descrivere i sintomi al medico contro solo 1 uomo su 10 negli Stati Uniti. Purtroppo il 72% degli europei e il 53% degli abitanti dell'Asia-Pacifico presentano già un tumore allo stadio avanzato con metastasi ossee contro il 53% degli statunitensi.

 

“Lo stadio del tumore prostatico è uno dei più importanti fattori per determinare le opzioni di trattamento e le prospettive di recupero – spiega Giuseppe Procopio, responsabile dell'Oncologia medica genitourinaria dell'Istituto nazionale tumori di Milano -. La diagnosi precoce dei sintomi non solo può rallentare la progressione della malattia ma potenzialmente migliora la qualità di vita dei pazienti e ha un impatto positivo sui familiari”.

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