È in arrivo anche in Italia il questionario del National Cancer Institute (http://www.cancer.gov/) americano che dà voce al paziente oncologico. Lo strumento, già diffuso in Giappone, Spagna e Germania, consente di segnalare in modo dettagliato tutti gli effetti collaterali della terapia. Obiettivo del Patient Reported Outcomes – Common Terminology Criteria for Adverse Evente (Proctae) è quello di integrare il ruolo del medico con quello del malato per definire la validità delle cure in termini di efficacia e tossicità. Grazie a questa nuova strategia, quindi, la rilevanza e la tollerabilità degli effetti collaterali delle terapie antitumorali saranno segnalate direttamente da chi le sperimenta sulla propria pelle.

“Lo scopo è valutare quanto un evento avverso, come l'emicrania ad esempio, possa interferire nel quotidiano, al di là di ciò che può essere colto dai medici, pur con il massimo dell'attenzione”, spiega Gian Franco Gensini, ordinario presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università di Firenze.  A volte capita infatti che eventi soggettivi come la nausea o la mancanza di appetito vengano avvertiti differentemente da ciascun paziente in relazione all'età, all'attività lavorativa o alla vita sociale. 

“Nessuno più del paziente ha un'esperienza diretta delle tossicità dei farmaci – afferma Elisabetta Iannelli, segretario generale della Favo, la Federazione delle associazioni di volontariato in oncologia – e nessuno può comprendere al meglio quanto gli effetti collaterali delle terapie oncologiche possano pesare sulla vita di tutti i giorni a livello relazionale, psico-fisico e in tutti i versanti dell'esistenza”.

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