Gli studenti universitari hanno abitudini alimentari scorrette, comportamenti a rischio e intensa vita digitale.
Sono questi, in sintesi, i risultati dell’indagine “Sportello Salute Giovani” condotta dai ricercatori della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) su un totale di 8.516 studenti di dieci università italiane (Nord, Centro e Sud del Paese), in età compresa tra 18 e 30 anni, di cui 5.702 sono donne (67%) e 2.814 sono uomini (33%) con età media di 22,2 anni.

Solo 4 studenti su 10 seguono le raccomandazioni nazionali per il corretto consumo quotidiano di frutta e solo 2 su 10 quelle relative all’assunzione delle giuste quantità di verdura. Ben 3 su 10 non svolgono attività fisica, mentre 3 studenti su 10 hanno l’abitudine al fumo e 4 su 10 consumano settimanalmente vino e birra. Nessuna visita ginecologica per 3 studentesse su 10. Infine, 7 studenti su 10 usano smartphone per essere sempre connessi.

Al di là di uno stile di vita non del tutto salutare la stragrande maggioranza degli universitari italiani – ben 8 su 10 – si sentono in buona o ottima salute.

“Indagini come questa dell’Università Cattolica, che esplora le abitudini e i comportamenti dei nostri giovani, rappresenta un prezioso strumento per poter programmare la prevenzione primaria soprattutto in vista dell'aumento dell'aspettativa di vita – afferma Walter Ricciardi, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità – Questi dati ci impongono di prestare una maggiore attenzione in tutte le politiche, e non solo in quelle sanitarie, all'educazione agli stili di vita salutari. Il vantaggio è doppio, individuale e collettivo: essere anziani con un buon tempo da spendere e poter affrontare una spesa sanitaria maggiormente sostenibile”.

Basterebbero pochi interventi per migliorare la situazione, dicono i ricercatori: dall’offerta di porzioni di frutta e verdura al posto di calorici snack nei distributori automatici, all’incremento della disponibilità di strutture sportive nei campus universitari, all’organizzazione di corsi che educhino all’uso consapevole delle nuove tecnologie, evitandone gli abusi, a sportelli di counseling dentro gli atenei a loro disposizione.

È evidente che alcuni stili di vita e comportamenti abituali o occasionali possono avere un impatto diretto o indiretto sulla salute e sul benessere fisico e psichico. Per questo promuovere la salute e prevenire le malattie nella popolazione giovanile è una scommessa per il presente e un investimento per il futuro.

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