Il presidente di OSA e di FederazioneSanità, Giuseppe Milanese, è stato ospite questa mattina della rubrica “Fa' la cosa giusta” all'interno del programma televisivo di Rai 1 Uno Mattina insieme al presidente di Federsolidarietà, Giuseppe Guerini. Nel corso del suo intervento, Milanese ha parlato di welfare, cooperazione socio-sanitaria, inclusione e solidarietà. “Noi abbiamo un paese in cui gli ultra 65enni sono ormai 13 milioni e le persone che vivono con fragilità, cronicità e invalidità sono una su quattro – ha affermato il presidente di OSA e di FederazioneSanità -. Come abbiamo risposto in questi anni? Di cosa ci siamo occupati? Fondamentalmente è stato giusto, in una fase del secolo scorso, occuparsi dell'ospedale. Oggi il problema è cosa si fa fuori dall'ospedale. Cosa c'è oggi fuori dall'ospedale? In passato abbiamo trasferito moneta, abbiamo dato le pensioni. E cosa ha fatto la gente? Si è affidata ad un esercito di badanti. Si stima, infatti, che le badanti che assistono gli anziani in Italia siano 990 mila. Non abbiamo costruito un sistema”.

 

“Grazie all'esperienza delle cooperative che lavorano sul territorio e ad altre professioni come i farmacisti e i medici di medicina generale – ha aggiunto Milanese – cerchiamo dal basso di costruire un sistema a cui la gente possa affidarsi per affrontare non più i problemi legati alle acuzie ma quelli legati alla cronicità. Noi siamo un Paese che invecchia e abbiamo un 'buon record', siamo cioè il secondo paese più vecchio al mondo e abbiamo bisogno di dare benessere agli ultra 65enni con un sistema assistenziale”.

 

Il presidente di Federsolidarietà, Giuseppe Guerini, ha invece affrontato il tema dell'abbattimento dei costi dello stato sociale e dell'accesso al welfare per le fasce più deboli della popolazione. “Attraverso gli interventi di tipo più inclusivo che costruiscono maggior protagonismo delle persone si può affrontare uno dei versanti della povertà e della diseguaglianza che è quello dell'accesso ai servizi. Noi viviamo in un Paese in cui, in realtà, non sono mai mancati i trasferimenti economici, ma manca la capacità di integrare fortemente i servizi e costruire più risposte e più partecipazione dei cittadini. Il solo trasferimento monetario, alla fine, non realizza l'uguaglianza tra le persone, non migliora l'accesso ai servizi. Noi abbiamo bisogno di migliorare l'accessibilità dei servizi”. “Nel nostro sistema – ha detto ancora Guerini – sono occupate 250mila persone che lavorano con un contratto stabile e che si sono professionalizzate. Una questione molto importante è quella di considerare il settore della cura delle persone come uno dei settori in cui, nei prossimi anni, potrebbe arrivare più occupazione. Da questo punto di vista, è necessario pensare alle politiche della cura e di welfare sociale e sanitario, come ad una delle leve più importanti per promuovere lo sviluppo”.   

 

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